Cressen
Cressen è il maestro al servizio di Stannis Baratheon, prima a Capo Tempesta e poi alla Roccia del Drago.[1]
Cressen | |
Dati personali | |
Nascita | 218 o poco dopo |
Morte | 299 |
Organizzazioni: | Maestri |
Apparizioni | |
A Clash of Kings | |
Serie TV | |
Attore | Oliver Ford Davies |
Doppiatore | Luciano De Ambrosis |
Apparizioni | Seconda Stagione |
Descrizione fisica
Da giovane, le sue mani sono dure e profonde, ma con l'avanzare dell'età iniziano ad essere colpite da tremori, mentre la pelle diventa rugosa e macchiata, e così sottile da lasciar intravedere le vene e il contorno delle ossa.[2]
In età avanzata le sue gambe si fanno fragili e inaffidabili, al punto che fa fatica a percorrere le scale e a tenersi eretto.[2]
Descrizione psicologica
Di regola non è superstizioso ed ha un approccio scettico e scientifico alle cose, ma i gargoyle della Roccia del Drago inizialmente lo mettono a disagio e anche la vista della cometa rossa, anni dopo, mette in crisi le sue convinzioni.[2]
Si affeziona ai figli di Lord Steffon Baratheon, che alleva come figli, e dopo di loro a Shireen, figlia di Stannis, nei cui confronti è molto premuroso e permissivo. Desidera la felicità della bambina al punto da ritenere un fallimento personale la sua perenne tristezza.[2]
Non ama l'atmosfera tetra di Roccia del Drago.[2]
Resoconto biografico
Maestro Cressen crollò in ginocchio, scuotendo il capo per negare il potere della donna rossa, negare la sua magia, il suo dio. Le campanelle sulle corna della sua corona continuarono a tintinnare, cantandogli: "Sciocco, sciocco, sciocco," mentre la donna rossa rimase a guardarlo quasi con compassione, le fiamme delle candele che danzavano nei suoi occhi rossi. | |
Da giovane Cressen studia alla Cittadella.[1]
Successivamente prende servizio a Capo Tempesta, dove assiste Lord Steffon Baratheon. Dopo il naufragio della Orgoglio dei Venti, con la quale Lord Steffon e sua moglie fanno ritorno dalle Città Libere, Cressen ha il compito di riconoscere i cadaveri e trova tra gli altri corpi quello di Macchia, giullare comprato da Lord Baratheon durante il viaggio, ancora vivo ma mentalmente segnato dalla tragedia. Rigetta l'idea del castellano Ser Harbert di dargli una morte compassionevole. Dato che nel naufragio perdono la vita Lord Steffon e Lady Cassana, Cressen alleva i loro figli, di cui arriva a sentirsi come un padre.[2]
Si trova ancora a Capo Tempesta all'epoca della Ribellione di Robert e dell'assedio del castello da parte dei Tyrell. Poco prima della fine dell'assedio, dissuade Stannis dal lanciare oltre le mura Gawen Wylde e tre dei suoi cavalieri, colpevoli di alto tradimento, sostenendo che i loro corpi potrebbero servire per il sostentamento in caso di fame estrema.[3]
Nel 286 circa Cressen arriva alla Roccia del Drago al seguito di Lord Stannis.[2]
Nel 296 circa, ormai anziano, Cressen si rompe un'anca, che non si aggiusta mai del tutto. L'anno successivo, quando Cressen si ammala, la Cittadella manda alla Roccia del Drago il giovane maestro Pylos perché lo assista, ma Cressen capisce che in realtà questi si prepara a sostituirlo. Da allora il giovane lo aiuta sempre di più, anche a muoversi e a sedersi.[2]
Quando Stannis invia Ser Davos Seaworth a parlamentare con gli alfieri di Capo Tempesta affinché sostengano la sua pretesa al Trono di Spade, Cressen lo avverte subito che essi si ribelleranno, facedogli notare la scarsa popolarità di cui gode.[2]
In un giorno del 298 riceve la visita di Shireen Baratheon e Macchia, permettendo loro di vedere il corvo bianco da poco giunto dalla Cittadella. Quando Shireen gli confida i suoi incubi e le sue paure, Cressen la rassicura sul fatto che i draghi non possono tornare in vita e sulla natura della cometa. Pylos gli annuncia quindi che Ser Davos è rientrato nella notte: Cressen decide allora di recarsi immediatamente da Stannis e si fa accompagnare da Pylos fino alle scale che portano verso la Sala del Tavolo Dipinto. Lungo le scale, Cressen incrocia Ser Davos, che gli racconta che, come previsto, i lord delle Terre della Tempesta non intendono appoggiare la pretesa al trono di Stannis. Questi lo accoglie con freddezza e si lamenta dell'atteggiamento dei lord, che intendono schierarsi con Renly. Cressen prova a convincere Stannis ad allearsi con il fratello, ma invano; insiste allora sulla necessità di cercare un accordo con Robb Stark o almeno con Lysa Arryn. Nella stanza entra tuttavia Selyse, che contrasta le proposte del maestro, prospettando la possibile morte di Renly; di fronte alle proteste di Cressen, Stannis lo congeda.[2]
Tornato nelle sue stanze con l'aiuto di Pylos e rimasto solo, Cressen intuisce che tutti i suoi problemi derivano dalla Sacerdotessa Rossa Melisandre, che ha una forte influenza su Stannis e su sua moglie, e decide di ucciderla somministrandole lo strangolatore.[2]
Quando si sveglia dopo alcune ore di riposo, Cressen si rende conto di non essere stato chiamato per il banchetto serale. Nascosto il veleno in una tasca della sua veste, si fa aiutare dai servitori a recarsi al banchetto. Entra quindi nella sala grande e si dirige verso la piattaforma dove siede il re. Macchia, apparentemente non accorgendosi di lui, gli finisce addosso e lo fa cadere a terra, attirando le risate dei presenti. Melisandre aiuta Cressen a rialzarsi e lui la ringrazia, a disagio. Ne segue uno scambio di battute sul colto di di R'holl e la donna lo deride per il suo scetticismo, mettendogli poi in testa l'elmo di latta indossato da Macchia per schernirlo. Stannis annuncia a Cressen che da quel momento sarà Pylos a consigliarlo, essendo l'altro troppo vecchio per essergli utile. Dopo aver accettato di sedersi a tavola, Cressen insiste ancora una volta invano perché Stannis si allei con Lysa Arryn, facendogli poi notare che senza alleati non ha possibilità di vittoria. Selyse allora ribatte che il marito ha l'alleato più forte di tutti, R'hllor. A fronte dei dubbi del maestro, Melisandre lo rimbrotta e gli dà dello sciocco, invitandolo ad indossare nuovamente l'elmo di Macchia. Quando la stessa cosa viene ordinata da Stannis, Cressen è costretto ad accettare l'umiliazione. Cressen afferra quindi la coppa di Ser Davos e vi versa lo strangolatore, cercando di non farsi notare. A quel punto si alza in piedi ed invita Melisandre a condividere il vino con lui, brindando al Signore della Luce. Cressen e Melisandre si fronteggiano davanti a tutti; la donna beve dalla coppa offertale da Cressen e poi lo invita a farlo a sua volta. Tremando, Cressen beve il vino avvelenato, che lo strangola mentre Melisandre lo guarda, apparentemente immune al veleno grazie al potere di R'hllor.[2]
Capitoli
Note