Qhorin: differenze tra le versioni

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Versione attuale delle 13:51, 23 mar 2020

Qhorin
Dati personali
299
Qhorin il Monco
Guardiani della Notte
Apparizioni
A Clash of Kings
Serie TV
Simon Armstrong
Diego Reggente
Seconda stagione

Qhorin, soprannominato "il Monco", è un ranger dei Guardiani della Notte[1] della Torre delle Ombre.[2][3]


Descrizione fisica

È un uomo alto e dal fisico imponente, con braccia lunghe e portamento solenne.[4]

Ha gli occhi grigi[5], il volto accuratamente rasato e tiene i capelli brizzolati raccolti in una treccia.[6]

Perde in combattimento tutte le dita della mano destra, ad accezione del pollice e dell’indice.[6]

I suoi abiti neri da Guardiano della Notte sembrano quasi grigi per quanto sono sbiaditi.[6]

Descrizione psicologica

È un uomo poco socievole[7], di poche parole e dall'azione fulminea.[6] È estremamente fedele ai Guardiani della Notte, che serve con la massima dedizione[7] e per la cui causa ritiene si debba essere pronti a morire[6].

È convinto che un buon comandante debba sempre conoscere i suoi uomini, in modo da sapere gli incarichi più adatti da affidare a ciascuno di essi.[5]

Ha la fama di essere un guerriero implacabile e per questo è considerato una sorta di leggenda presso i Guardiani della Notte.[6]

Crede nell'esistenza della magia e nel potere degli Antichi Dei nelle Terre oltre la Barriera.[6]

Resoconto biografico

Un ranger leggendario

"Quasi certamente tutti noi moriremo. Ma la nostra morte farà guadagnare tempo ai confratelli sulla Barriera. Tempo per ricostituire le guarnigioni nei fortini abbandonati, per chiamare in aiuto i re e i lord, per affilare le asce e riparare le catapulte. La nostra morte sarà una moneta ben spesa."


Nel corso della sua vita alla Barriera ha occasione di conoscere Lord Rickard Stark e il successore Eddard Stark.[6]

Diventa presto noto nella confraternita per la sua temerarietà, che lo porta a spingersi molto in profondità nel corso delle sue spedizioni nelle Terre oltre la Barriera.[6] Intrattiene rapporti di amicizia con Mance Rayder, fino a quando questi non diserta per unirsi ai Bruti.[5]

Un giorno, durante un feroce combattimento contro un bruto, nel pararsi da un colpo d'ascia diretto alla testa subisce la quasi totale amputazione delle dita di una mano. Reagisce colpendo il nemico negli occhi con la mano mutilata, accecandolo con il proprio sangue e approfittando del momento per tagliargli la gola. Da quel giorno, si guadagna il soprannome di "Qhorin il Monco".[6] Per via dell'amputazione, impara a combattere con la mano sinistra, diventando uno spadaccino ancora più abile di quanto non fosse stato con la destra.[7]

Nel 298, su ordine del Lord Comandante Jeor Mormont, guida una missione nella Foresta Stregata alla ricerca di Benjen Stark, scomparso durante una pattuglia, ma trova solo le bruciature che il Primo Ranger ha lasciato sui tronchi per marcare la strada.[1]

Durante una pattuglia successiva, cattura nelle profondità della Gola un bruto che spergiura che Mance Rayder sta conducendo la sua gente in una rocca segreta.[8]

Nel 299, durante la grande spedizione nelle Terre oltre la Barriera organizzata da Jeor Mormont, anche lui si unisce all'esercito del Lord Comandante conducendo verso il Pugno dei Primi Uomini un centinaio di confratelli della Torre delle Ombre.[9] Durante il tragitto ha uno scontro con un gruppo di Bruti comandato da Alfyn Ammazzacorvi, riuscendo a subire solo quattro perdite contro il triplo di quelle subite dagli avversari. I suoi uomini riescono anche a catturare due dei nemici, uno dei quali muore presto per le ferite riportate. Riescono a interrogare il prigioniero sopravvissuto, che confessa che Mance Rayder ha radunato cospicue forze, che includono anche mammut e metamorfi. Tuttavia non ottengono alcuna informazione su cosa stia cercando il Re oltre la Barriera tra gli Artigli del Gelo.[6]

Giunto infine al Pugno dei Primi Uomini viene accolto da Jon Snow che gli riferisce di recarsi subito da Mormont. Notati i lineamenti tipici degli Stark, Qhorin lo saluta mostrando di conoscere il suo nome, rivelandogli di aver conosciuto suo padre e chiedendogli del suo metalupo Spettro.[6]

Nella tenda del Lord Comandante fa rapporto sul combattimento avuto e sulle informazioni ricevute. Lo mette poi in guardia dal riporre troppe speranze nell'aiuto degli attuali pretendenti al trono dei Sette Regni, affermando però che ci sarebbero maggiori possibilità di ricevere sostegno dagli Stark se facessero ritorno al Nord. Quando Jeor Mormont lo consulta sul modo migliore per rafforzare le difese della Barriera, gli consiglia di far presidiare Porta di Pietra, Segno di Ghiaccio e Lago Profondo, con pattugliamenti quotidiani tra le fortificazioni intermedie. Passano quindi a interrogarsi sulle intenzioni di Mance Rayder, e Qhorin ipotizza che questi stia cercando tra gli Artigli del Gelo qualcosa che possa aiutarlo a creare una breccia nella Barriera con la magia. Per indagare a riguardo propone di mandare in esplorazione in quegli insidiosi territori una quindicina di confratelli, divisi in tre squadre da cinque: una lungo il Fiumelatte, una sul Passo Skirling, una sulla Scala del Gigante. Si offre quindi di guidare una di queste squadre. Osserva che sicuramente Mance Rayder finirà per attaccare il Pugno dei Primi Uomini lungo il suo cammino e che gran parte dei confratelli della spedizione cadrà in combattimento, ma che ciò sarà comunque utile a rallentare i Bruti e dare più tempo ai compagni alla Barriera di prepararsi. Infine, con grande perplessità del Lord Comandante, sceglie Jon Snow per la sua squadra, adducendo come motivazione che gli Antichi Dei venerati dagli Stark sono ancora forti oltre la Barriera[6].

L'ultima missione

"Presto il fuoco si spegnerà," disse Qhorin. "Ma se la Barriera dovesse cedere, anche tutti gli altri fuochi si spegneranno."


Intraprende quindi con quattro uomini la spedizione sugli Artigli del Gelo e, durante il cammino, vieta ai compagni di accendere fuochi per non attirare l’attenzione. Arrivati presso il Passo Skirling, notano un falò acceso da sentinelle nemiche sul fianco della montagna sopra di loro. Qhorin affida a Stonesnake e a Jon il compito di scalare il passo ed eliminare le sentinelle. Una volta ricevuto il segnale, anche lui e i confratelli restanti raggiungono il luogo del falò, ma con sorpresa notano che Jon ha preso prigioniera la bruta Ygritte invece di ucciderla. Qhorin osserva che non hanno né cibo né uomini sufficienti per tenerla con loro e quindi affida al giovane il compito di giustiziarla, lasciandolo solo ad eseguire il suo dovere.[10]

Diverso tempo dopo i Guardiani della Notte arrivano in cima al Passo Skirling. Qhorin decide che si accamperanno lì fino al tramonto, in modo da minimizzare i rischi di essere avvistati dai nemici alla luce del sole. Durante la sosta, lui e Jon parlano di Ygritte e il giovane gli racconta che secondo la ragazza i Bruti lo avrebbero preso nelle loro fila se lui avesse disertato. Qhorin conferma la cosa e poi ripensa con tristezza a Mance Rayder, un tempo suo amico e ora il suo più grande nemico. Quando Jon gli chiede il motivo di quella diserzione, il veterano racconta che Mance era sempre stato incapace di obbedire e attratto dalle Terre oltre la Barriera. A quel punto anche il giovane confessa di non essere stato in grado di obbedire, non avendo eseguito l'ordine di uccidere la prigioniera in quanto la riteneva ormai inoffensiva. Qhorin tuttavia non si mostra adirato e al contrario gli spiega che questa scelta gli ha consentito di conoscerlo meglio.[5]

Quella stessa sera, quando Jon si risveglia di soprassalto dopo un sogno di lupo, Qhorin lo interroga a riguardo e apprende dell'immenso esercito di Mance Rayder nella valle del Fiumelatte e dell'aquila che ha attaccato Spettro. Valuta plausibile l'ipotesi di Ebben per cui il ragazzo è un metamorfo che ha visto in sogno la reale situazione e ordina quindi agli uomini di proseguire; ben presto si imbattono nell'aquila che li osserva e poi in Spettro, effettivamente ferito dagli artigli del rapace. Dopo aver medicato l'animale, Qhorin decide che dovranno tornare indietro in quanto sono stati avvistati. Tornano quindi al punto in cui hanno ucciso le sentinelle dei Bruti, dove Qhorin affida a Dalbridge il compito di restare per rallentare i Bruti con la sue frecce, spingendolo di fatto a sacrificarsi. Poco dopo i quattro confratelli rimasti sentono il suono di un corno, capendo che i Bruti li stanno inseguendo.[5]

Nel percorso di ritorno avvistano di nuovo l'aquila, ma falliscono nel tentativo di colpirla con una freccia. Qhorin ordina anche a Ebben di distaccarsi dal gruppo e cavalcare il più veloce possibile verso il Pugno dei Primi Uomini per dare l'allarme. Da quel momento, procedono con la massima fretta, arrivando al punto di dormire in sella, e ogni tanto tornano a confondere la tracce. Ad un certo punto, quando il cavallo di Stonesnake si azzoppa, anche lui si offre di restare a tendere un agguato, ma Qhorin si rifiuta di sacrificare uno scalatore del suo calibro e gli comanda invece di tornare da solo al Pugno dei Primi Uomini a riferire a Jeor Mormont quanto hanno visto.[7]

Rimasti soli, Qhorin e Jon Snow percorrono altra strada insieme in silenzio, ma ad un certo punto il veterano, avendo capito che la fuga è impossibile, decide di fermarsi ad accendere finalmente un fuoco. Rivolge quindi la parola al ragazzo, facendogli ripetere il giuramento dei Guardiani della Notte e poi ricordandogli le pesanti implicazioni della caduta della Barriera. Gli ordina di arrendersi ai Bruti nel caso venissero catturati e di fare tutto ciò che sarà necessario per unirsi a loro, in modo da poterli spiare, senza però dimenticare mai la sua reale fedeltà alla confraternita. In particolare, Qhorin ritiene di importanza vitale scoprire cosa Mance Rayder stia cercando nella valle del Fiumelatte e se l'abbia trovato. Jon, titubante di fronte a tale impresa, gli chiede almeno di riferire a Jeor Mormont che lui non ha realmente disertato, e Qhorin lo accontenta pur sapendo che non riuscirà a tornare indietro vivo.[7]

I due ripartono e proseguono ulteriormente, raggiungendo una caverna sotto una cascata e passandoci la notte. Al risveglio, percorrono la caverna sbucando dall'altra uscita e lì fuori trovano subito l'aquila ad attenderli. A quel punto Qhorin osserva che è un buon punto per incontrare i nemici e si mette insieme a Jon in posizione da combattimento. Poco dopo vengono raggiunti e circondati da alcuni Bruti. Qhorin scambia alcune parole provocatorie con Rattleshirt, a capo del gruppo, e cercando invano di persuaderlo ad affrontarlo. Quando Jon annuncia la sua resa, Qhorin regge il gioco e finge di infuriarsi per il tradimento. Diffidente, Rattleshirt, ordina al giovane di uccidere il suo stesso compagno e i due iniziano così a duellare. Qhorin fa subito valere la sua superiorità in combattimento, ma viene azzannato e sbilanciato da Spettro, cosa che permette a Jon di colpirlo mortalmente nell'attimo in cui abbassa la guardia. I Bruti bruciano quindi il corpo di Qhorin e, mentre Rattleshirt si prende alcune delle sue ossa, gli altri si giocano ai dadi i suoi abiti.[7]

Note